Trailer del film
http://www.youtube.com/watch?v=MQu8dMec-jU
http://www.youtube.com/watch?v=MQu8dMec-jU
Germania, maggio 1945. La guerra e’
finita. Lore ha 15 anni e vive con quattro fratelli, e’ la sorella maggiore. Aiuta
in casa, aiuta i fratelli, aiuta la madre. La madre, nazista, e il padre, SS. Lore
e’ tedesca. E’ tedesca, ariana e antisemita.
Il nostro Furher e’ morto, Lore. La
madre di Lore piange, e’ ferita, madre andrai in prigione?, ricordati chi sei.
Ricordati chi sei, Lore. Se non vado da loro gli Americani verranno a prendermi
e prenderanno anche voi bambini, madre andrai in prigione?, non e’ una prigione
Lore e’ un campo di lavoro, non e’ vero madre menti.
La madre di Lore si costituisce agli
Alleati. Il padre fugge.
Novecento chilometri, novecento
chilometri a piedi. Lore e i fratelli percorrono tutta la Germania, dalla
Foresta Nera ad Amburgo, per raggiungere la nonna. Attraversano la Germania
americana, inglese, francese, russa. La Germania occupata, la Germania degli
Alleati. Sul loro tragitto, incontrano Thomas. Thomas puo’ aiutarli, puo’
nutrirli. Procura loro cibo, trova loro luoghi sicuri dove dormire la notte. Thomas
e’ un uomo, un uomo adulto, puo’ fingere di essere il loro fratello maggiore. Thomas
li protegge, li difende dagli aggressori, li difende dagli Alleati. Thomas puo’
farlo. Thomas e’ ebreo.
Il secondo lungometraggio dell’australiana
Cate Shortland rovescia l’immaginario tradizionale dell’ Olocausto e, per la
prima volta nella storia del cinema dedicato al genocidio ebraico, rappresenta
il dramma dello sterminio nazista attraverso il dramma di quattro bambini
nazisti.
Ne restituisce le tinte fosche,
cupe. Se La Vita e’ Bella ne ritraeva l’innaturalita’, se metteva in
risalto l’atrocita’ della Shoah attraverso il violento contrasto tra la sua innaturale
disumanita’ e la naturalita’ assoluta dell’amore di un padre verso il figlio, Lore
ne mette in scena l’oscurita’, la notte dell’umanita’ che esso ha rappresentato.
Non ci sono vittime, non ci sono
carnefici. I ruoli consolerebbero e conferirebbero senso, ad un Male
corrisponde un Bene. In Lore c’e’ solo il buio, l’orrore. Lo sguardo
atterrito della madre nazista che prima di costituirsi agli Alleati si guarda allo
specchio seminuda e’ lo sguardo vitreo dei corpi seminudi e scheletrici dei
sovravvissuti ai campi. La sofferenza di un viaggio di novecento kilometri di
cinque bambini ariani e’ l’atrocita’ dei viaggi nei vagoni merce verso i campi
di concentramento. L’albume d’uovo diviso tra cinque figli di una coppia di SS
e’ la fame dei bambini sopravvissuti ai campi, i loro corpi ridotti pelle ossa all’arrivo
degli Alleati. L’orologio che Lore ruba ad un cadavere per pagare qualcuno che
allatti il piu’ piccolo dei fratelli, sono gli anelli che gli ebrei ingioiano per possedere
qualcosa al momento della deportazione.
Non c’e’ amore, non c’e’ tenerezza.
Se c’e’ contatto fisico e’ solo sadomaso e perverso desiderio sessuale. Non c’e’
speranza, non c’e’ redenzione. Non ci sono risposte, solo contraddizioni. Lore
e’ antisemita ma e’ ossessionata dalle immagini dei sopravvissuti ai campi.
Thomas e’ una vittima dell’ Olocausto, e’ un ebreo deportato, un sopravvissuto
ai campi di concentramento, ma al tempo stesso e’ un carnefice che prova a
violentarla, mente sulla sua identita’, uccide un uomo. Lore e’ nazista, Thomas
e’ ebreo ma i due si uniscono per necessita' e insieme compiono un crimine efferato. “Cosa abbiamo
fatto?”, chiede Lore a Thomas dopo averlo commesso. E alla sua domanda non c’e’ risposta. Lore non da’
risposte. Al contrario complica e rovescia quelle che l’immaginario artistico
ha dato sino ad ora.
Un’ originalissima e potente
interpretazione dell’ Olocausto che va finalmente in una nuova direzione, non
quella trite e scontata di cui la Memoria sembra essere sempre piu’ imbevuta.
Cosa e’ l’ Olocausto, come ricordarlo. Forse e’ stato solo la Notte dell’Umanita’,
risponde Lore. E per questo si ripete in tutti le tragedie, tutti gli orrori,
tutti i drammi. Anche quelle di un gruppo di bambini antisemiti, nazisti.
Nessun commento:
Posta un commento